Missione Salute : Incontro delle Associazioni di Categoria Nazionali ” Una Sanità vicina e prossima alle persone”

Missione Salute: Videoconferenza delle associazione di categoria nazionali per una sanità che sia vicina e prossima alle persone come previsto dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR)
Prossimità. Innovazione. Uguaglianza. Sono le parole chiave della Missione Salute, la sesta area di intervento prevista dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, finanziato grazie al programma dell’Unione europea “Next Generation Europe”.

Il PNRR ha destinato alla Missione Salute € 15,63 miliardi, pari all’8,16% dell’importo totale, per sostenere importanti riforme e investimenti a beneficio del Servizio sanitario nazionale, da realizzare entro il 2026. Ma complessivamente le risorse straordinarie per l’attuazione del PNRR e il rinnovamento della sanità pubblica italiana superano i 20 miliardi di euro. Tra queste, le risorse messe in campo dall’Italia con il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), che destina alla salute ulteriori 2,89 miliardi di euro.

Su questo importantissimo tema, il 4 ottobre scorso le associative di categoria nazionali della Sanità (Anisap, Federbiologi, Confapi salute università e ricerca, Assipa, C.i.d.e.c. Federazione sanità e Conf- commercio salute e sanità), si sono riunite in videoconferenza con l’obiettivo di definire proposte condivise per salvaguardare una rete territoriale di piccole e medie strutture private accreditate (ex convenzionate) sul percorso del miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale.

Le strutture private accreditate, equiparate dal 1992 alle strutture pubbliche, hanno ricoperto un ruolo fondamentale nel corso degli ultimi sessant’anni, evidenziato in modo particolare nel periodo dell’emergenza Covid, assumendo un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria, ed è per questo motivo che deve essere mantenuto e rafforzato questo sistema di piccole e medie strutture radicate sul territorio. A tal proposito la associazioni di categoria, hanno il dovere di supportare il legislatore che si avvia, con il PNRR, ad una ristrutturazione del servizio sanitario, ponendo al centro il paziente nel suo contesto territoriale. Significa che se prima il cittadino doveva spostarsi presso grosse strutture polispecialistiche oppure ospedaliere, ora il cittadino deve fruire dei servizi sanitari quanto più prossimo alla sua residenza. Possiamo parlare di “sanità a km zero”.

I centri privati accreditati, in particolare quelli del sud, hanno da sempre svolto la loro attività prossimi al paziente già dai tempi della prima riforma del Servizio Sanitario Nazionale, quando si chiamavano centri convenzionati per poi diventare strutture accreditate. Laboratori di analisi, centri di diagnostica per immagini, medici specialisti, hanno sempre rappresentato un punto di riferimento per il territorio al pari delle farmacie e dei presidi pubblici. Oggi le associazioni di categoria si trovano a dover salvaguardare questo ruolo fondamentale delle strutture private storiche, che in collaborazione con i medici di base, oltre a garantire una sanità su misura alle esigenze del paziente con un bagaglio di esperienza professionale, garantisce anche un altissimo livello occupazionale formando una generazione di operatori sanitari.

In questo progetto di assistenza territoriale le associazioni di categoria hanno il dovere di collaborare con il legislatore in modo univoco per far si che tutte le strutture sanitarie siano parte attiva alla costruzione di una sanità a misura del cittadino, in un sistema in continua evoluzione professionale e tecnologica, in cui ciascuno ha un ruolo fondamentale in relazione alle sue competenze, professionalità e requisiti cogenti acquisiti nel tempo.

La sanità nata come attività di volontariato e caritatevole i cui principi fondamentali sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equità nel rispetto costituzionale che recita “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” per cui non può essere un “business” e un centro di potere economico-finanziario.

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